SANT'OMMUBONU (S. Omobono)

S. Omobono
S. Omobono - chiesa San Domenico.

Era un sarto con poco lavoro a cui si presentò l'occasione di fare un buon guadagno quando un ricco signore bussò alla sua bottega e gli commissionò un vestito. L'emozione però giocò un brutto scherzo ad Omobomo che sbagliò le misure rovinando la stoffa pregiata che gli era stata consegnata. Affranto se ne andò a dormire e sognò una schiera di angeli che lavorava al malridotto vestito trasformandolo in un abito bello ed elegante. Così infatti lo trovò al mattino, sulla sedia, quando si svegliò e potè consegnarlo al ricco signore che lo ricompensò con monete d'oro, uova ed un gallo. La moglie di Omobono con le uova preparò un'ottima frittata e da allora a Gallipoli nel giorno di S. Omobono, il 13 novembre, è tradizione preparare la frittata con le uova condita con le foglie di menta.



SAN FRANGISCU E LU SORICE
(S. Francesco e il topolino)

Ai tempi in cui il signor Cicci Esposito era sagrestano della chiesa di S. Francesco da Paola, un topolino usciva dalla sua tana e rosicchiava la tonaca della statua del santo. Non c'era verso a prenderlo e il sagrestano esasperato si rivolse a S. Francesco pregandolo di aiutarlo; chiuse la chiesa a chiave ed andò a dormire. L'indomani, ai suoi occhi, uno spettacolo incredibile: il topolino giaceva morto sotto il sandalo del santo



SANTU ELIA (Sant'Elia)

A lui il Signore aveva affidato il compito di far piovere dove ce n'era bisogno e così ogni mattina chiedeva dove mandare la pioggia. Dio rispondeva: "vanne alli poveri bisogneri" (vai ai poveretti che ne hanno bisogno). Il fatto era che s. Elia, essendo sordo come una campana, capiva: "dove è piovuto ieri" e così faceva piovere sempre nello stesso posto. Ecco perché quando piove per molto tempo o per giornate intere i gallipolini, guardando al cielo, dicono."ehi surdacchione quando la spicci?" (sordo quando la finisci?)


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