I Riti della settimana Santa a Gallipoli
Attrezzi utilizzati nella processione

Nella foto si vede in primo piano a destra "la Trozzula" una tavola in legno con battenti metallici; quando il trozzulante che la impugna fa ruotare il polso, essa emette. un suono che dà una straziante drammaticità al corteo ed è come un avvertimento per dirigersi nel luogo da dove arriva il suono.
La "tromba" viene suonata dall'araldo che precede la processione del venerdì' precedente la domenica delle Palme ed anche quella del venerdì santo.Il suono lacerante della tromba si unisce a quello lugubre del tamburino che fa vibrare il timpano.
La "corona di spine" cinge la testa dei penitenti che accompagnano la processione
Alcune curiosità
Piatti di grano germogliato
Si cominciava già dalla 4° o 5° domenica di Quaresima a mettere i semi di grano su di uno strato di bambagia bagnata. Tenuti al chiuso i teneri fili di grano diventato di colore giallo oro e il giovedì santo si fanno composizioni,in piatti, aggiungendo fresie, narcisi, nastri e carta crespa.
Queste composizioni hanno un significato: il risveglio della natura e l'offerta a gesù, primavera di vita, dei frutti della terra.
Sepolcro
Per guadagnarsi l'indulgenza plenaria bisogna visitarne almeno sette; le Confraternite non impegnate nell'organizzazione del sepolcro fanno la visita come il popolo e i confratelli indossano il saio, la mozzetta e il capuccio calato sulla faccia per mantenere l'anonimato.
Penitenti
Sono confratelli dei vari sodalizi che per motivi personali, fanno voto di partecipare ad ujna delle processioni con uno strumento particolare di penitenza: "la croce", "la tisciplina" e "la mazzara".
La prima, portata a spalla è in legno, molto pesante; la seconda è costituita da alcune lamine di ferro, di varia grandezza, unite fra loro da vari gancetti anch'essi in ferro. Tenendo nella mano destra un Crocifisso, il penitente si percuote la schiena con la sinistra.
"La mazzara" è fatta da due grosse pietre legate insieme da una fune; appesa al collo, una pietra pende sul petto del penitente e l'altra dietro la schiena.
Croce dei Misteri
La troviamo nella processione dell'Addolorata, reca i simboli della passione di Cristo: la lancia che ferì il costato, la tenaglia, il boccale pieno di fiele, il calice dell'orto degli ulivi, il sudario della Veronica, la corona di spine, il cartello INRI, la mano ( che indica gli schiaffi dati dai soldati del Pretorio), il gallo, il martello, i flagelli, la colonna della flagellazione, la scala della Deposizione, la canna con la spugna, i dadi, la tunica rossa tirata a sorte dai soldati, la sacca dei trenta denari.
Lampioni
Aprono le processioni, sono quattro portati da quattro confratelli incappucciati. Sono in lamiera finemente decorata e lavorata a mano
Ssuppiju Con questo termine si indica l'andare incontro di una confraternita verso un'altra in segno di rispetto e collaborazione; questo avviene con la processione dell'Addolorata.
Cruci Cuperte
In tutte le chiese l'ultima domenica di quaresima,, vengono coperte le croci con un velo violaceo ma oggi non è obbligatorio. Lo stesso, una volta, si faceva con le pale degli altari; i drappi venivano tolti il sabato santo.
Menu del giorno dell'Addolorata
Le donne non avendo tempo per cucinare, lasciavano ai mariti un piatto di fagioli lessi conditi con limone e olio d'oliva; loro facevano "lu trapassu" cioè il digiuno e, a sera, mangiavano pasta alla pizzaiola e frittura di pesce.
Molto anticamente si usava la pasta con aglio e olio, piatto considerato penitenziale.
Urnia
La statua di legno del Cristo morto portata in processione il venerdì santo è circondata da personaggi che cambiano ogni anno; la composizione viene cosparsa di alcune gocce di un'essenza profumata che arriva da Gerusalemme su interessamento di alcuni confratelli.
Venerdì santo
Era considerato un giorno di grande dolore e i ragazzi non poteva ridere, suonare, canticchiare; le mamme così li ammonivano:"queti ca osci è mortu Gesù Cristu e faciti paccatu murtale" ( zitti perché oggi è morto Gesù Cristo e fate peccato mortale)
Caricatori
Nei cortei oltre i confratelli ci sono numerosi giovani che si danno il cambio a trasportare per ore e ore le pesanti statue. Il loro è un atto di penitenza, un atto di fede
"Li sciutei te la bara"
Venivano così chiamati i portatori a spalla della statua del Cristo morto nella processione del sabato santo; indossavano abiti a strisce simili alle livree delle donzelle, pesci di piccala taglia chiamati volgarmente "sciutei".Per questo motivo i portatori erano detti: "sciutei te la bara"