URAGANO A GALLIPOLI

Cielo e mare,
mare e cielo
sembran di fuso piombo.
Il mare spinto
dal vento furioso e sibilante
s'increspa;
si gonfia:
urla come gestante
prima del parto;
o come ciclope,
accecato da rovente ferro.
Rompe...
distrugge...
le sue alte onde mostruose
s'impennano;
il vento,
con un sogghigno beffardo,
le modella
a guisa di montagne
in furibonda corsa,
di grosse aquile bianche,
di animali preistorici,
di figure apocalittiche.
Si infrange sugli scogli,
scarica la sua rabbia,
ma non osa...
Una forza misteriosa
sembra fermarlo.
E lui, ubbidiente
come docile bambino
alla sua mamma,
si ferma e
con la stessa rabbia di prima
ritorna al posto
cui Dio l'ha collocato

31 Dicembre 1979        Antonio Fedele (mio zio carissimo)